ERRORI VECCHI NELLA «STORIA DEL CRISTIANESIMO» DEL PROF. E. BUONAIUTI (III)
La Civiltà Cattolica anno 69°, vol. II, Roma 1918 pag. 140-149.
13. Altro errore modernista del Buonaiuti: evoluzione obiettiva del dogma.
Stabilendo un paragone tra S. Pietro e S. Paolo, come già aveva
fatto tra Gesù e S. Paolo, il Buonaiuti dice che: «nel
discorso di Pietro, della Pentecoste... si parla di Gesù con assi
minor concetto del suo valore di quello che sarà poi nella
predicazione paolina» (pag. 152); e che «la dottrina di
Paolo suonò ben diversa da quella di Pietro» (pag. 153).
Laddove «Pietro aveva cominciato ad insegnare che Iddio
aveva fatto Gesù Messia premiando così quell'Uomo giusto»
(pag. 545), «l'insegnamento di Paolo sorge un poco più tardi
a rivoluzionare completamente l'insegnamento di Pietro. Il messaggio
Paolino fu questo: Gesù
medesimo è Dio» (pag. 546). E più oltre:
«Paolo predicò Cristo Dio, Redentore dell'umanità e del
mondo, per la sua morte di croce, sulla quale trionfò con la
gloriosa risurrezione sconfiggendo definitivamente il male. Nella
dottrina dell'Apostolo sono dunque contemperati e fusi insieme,
attorno alla figura storica di Gesù, due diversi ordini di
elementi mistici: gli elementi giudaici delle aspettative messianiche,
ed elementi tratti dalle religioni dei misteri» (pag. 549).