mercoledì 28 settembre 2016

LA NUOVA CULTURA DEL CLERO

La Civiltà Cattolica

anno 57°, vol. III (fasc. 1347, 24 luglio 1906), Roma 1906 pag. 257-273.

I.

«Dopo tanti secoli noi siamo ancora pregni di pensiero babilonese e di vita romana». Con questa frase pittoresca ci viene colorito, anzi ritratto in vivace rilievo, il lato storico e critico delta cultura nuova, mostrandocene in lontananza e quasi in iscorcio la vecchia origine: perchè «Babilonia inventando la scienza astronomica, conquistò il tempo e creò la storia umana: i Romani formando la scienza giuridica, resero possibile la civiltà».

mercoledì 21 settembre 2016

SE LA PERSONALITÀ ABBIA A TEMER DALLA CHIESA.

R.P. Matteo Liberatore d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno I, vol. II, Napoli 1850 pag. 509-531.
Che il Cristianesimo abbia affrancato l'umano individuo dall'oppressivo servaggio onde l'onnipotenza dello Stato schiacciavalo nel paganesimo, sembrami non potersi recare in dubbio da chiunque con riposato animo contempli le cose da noi discorse nell'articolo precedente [1]. Nel duplice ordine, ideale e reale, la luce sparsa dal Vangelo scoprì un orizzonte fino ad allora sconosciuto, e manifestò in tutta la sua serenità e purezza un cielo nuovo ed una terra nuova [2]. La personalità umana ristorata dall'idea della divina adozione esultò di novella giovinezza, e della recente sua vita informando i concetti che ad essa si riferivano rinnovellò ogni cosa [3]. Nè le mancaron presidî concreti ed operosi, stante l'autorità della Chiesa che venne a costituirsi in faccia allo Stato, assicurandola praticamente dagli assalti della potenza del secolo.

mercoledì 14 settembre 2016

IL RESTAURO DELLA PERSONALITÀ UMANA PEL CRISTIANESIMO

R.P. Matteo Liberatore d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno I, vol. II, Napoli 1850 pag. 361-376.

I.

Indagando i disordini del gentilesimo, che corrompendo a poco a poco i costumi li precipitarono finalmente in ogni sorta di vizî, li vedemmo assommarsi in due capi principalissimi, pei quali la ragione abbandonata a sè medesima non seppe altro produrre che una società schiava ed immonda. Il superbo colosso del pagano incivilimento, comechè abbarbagliasse i riguardanti col fulgor dell'oro e dell'argento, onde ornava il capo ed il petto, tuttavia terminavasi sozzamente in piedi di ferro e d'argilla. La voluttà e la forza, erano i due perni intorno a cui tutta giravasi quella bugiarda coltura, e se colla prima divenne ad abbrutire l'intelligenza spegnendo in essa il gusto morale dell'anima, riuscì coll'altra ad annientare la dignità personale dell'umano individuo schiacciandolo coll'onnipotenza dello Stato ed assorbendolo nell'ingorda voragine dell'interesse sociale [1].

mercoledì 7 settembre 2016

VALORE DEL RAZIONALISMO IN ORDINE ALLA CIVILTÀ

R.P. Matteo Liberatore d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno I, vol. I, Napoli 1850 pag. 159-182.
Chi considera i danni, le sventure, i disastri che seco recano le violente rivoluzioni politiche, non sa finir di comprendere come possano esserci di quelli che con tranquillo animo le vagheggino, e volentieri vedrebbono la loro patria in quel turbine furioso ravvolta. Che una simile indifferenza si scorga in torbidi agitatori, nelle cui viscere un freddo egoismo abbia spento ogni senso di compassione o di patria carità; che si trovi in illusi sapienti cui uno stolido fatalismo faccia ravvisare in quelle scosse e nei guasti che l'accompagnano il corso indeclinabile d'una cieca necessità; pur pure, la cosa non ci stupisce gran fatto. Ma che uomini i quali ammettono la dipendenza degli eventi dal libero concorso dell'arbitrio umano, che ritengono tuttavia sentimenti di umanità e di amore, sieno nondimeno partecipi della medesima indifferenza e direi quasi stupidezza di cuore, questo è ciò che ingenera meraviglia.