mercoledì 27 luglio 2016

CONCETTO CATTOLICO DEL DIRITTO (I).[a]

R.P. Luigi Taparelli D'Azeglio d.C.d.G.

Da: Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna, parte I., principii teorici, Roma 1851 pag. 1-16.
PARTE I.
PRINCIPII TEORICI DEI GOVERNI AMMODERNATI
CAPO I. — IL PRINCIPIO ETERODOSSO È ABOLIZIONE DEL DIRITTO E DELL'UNITÀ SOCIALE.[*] (§. I n° 1-20)
1. Non sapremmo forse trovare altra età nella storia, in cui tanto siasi ragionato di d[i]ritto e di unità sociale quanto oggidì veggiamo farsi, non essendovi ormai discordia civile che non divampi in nome della unità sociale, nè violenza sì svergognata che non si adoperi in nome dei diritti inviolabili: e per restringerci nei confini di nostra penisola, tutti sanno quali frutti abbia recati alla patria sventurata l'inalienabile diritto di nazionale indipendenza, e l'amore sviscerato degl'Italiani come fratelli: tutti conoscono l'inviolabilità dei d[i]ritti dei giudici inamovibili e le migliaia di retrogradi escluse dalla unità sociale con ostracismo sterminatore. Ma mentre i paroloni sonori ci martellavano e stancavano il timpano, qual era lo spirito che animava i petti a pronunziarli? L'uomo è libero, diceano i rigeneratori; e libero per essi era sinonimo di indipendente: e questa indipendenza era quella appunto che un frate apostata, putrido avanzo di cloaca lasciva [Lutero, N.d.R.], soffia tuttora dalla sua tomba sulla Europa da lui ammaliata coll'incantesimo di tal libertà. Il primo passo dunque, che dobbiam dare nello svolgimento del principio rigeneratore, volgasi all'esame del principio medesimo e degli effetti ch'esso de[v]e necessariamente produrre tostochè s'invisceri in una società. L'effetto è precisamente il contrario di ciò che i rigeneratori promettono: e mentre essi fanno suonare sì alto la speranza di unità pel regno inviolabile del diritto, il loro principio (e noi prendiamo a dimostrarlo) rende impossibile perfino l'idea del diritto e per conseguenza ogni vincolo di sociale unità.

mercoledì 20 luglio 2016

LA RICCHEZZA SECONDO L'IDEA CATTOLICA

R.P. Luigi Taparelli D'Azeglio d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno III, vol. VIII, Roma 1852 pag. 25-39.

§. IV. SULL'AMMINISTRAZIONE [1]

SOMMARIO
25. Principii dogmatici, espiazione e redenzione. — 26. L'idea d'espiazione distacca dalla voluttà; — 27. come apparisce dalla storia: — 28. e conforta alla fatica; — 29. pareggiando i ricchi coi poveri. — 30. Stabilisce le giuste basi del valore — 31. falsate dagli economisti utilitarii ; — 32. corretti dalla carità cattolica. — 33. L'esempio del Redentore invocato dai filantropi, ha la sua vera forza fra' cattolici — 34. per gl'impulsi della carità; — 33. che rende spontaneo l'ordinamento economico, — 36. e l'armonia fra il ricco e il povero — 37. colla unità di coscienza pubblica, — 38. e colla onnipotenza della grazia. — 39. Meraviglie da lei operate; — 40. dovute al complesso dei suoi dogmi ed impulsi. — 41. Impotenza degli eterodossi al paragone. — 42. Non si emenda il comunista se non si emenda il ricco. — 43. Non si emenda il ricco senza influenze cattoliche. — 44. Non saranno sociali queste influenze, se la povertà non torna in onore. — 45. Non tornerà in onore, finchè si avvilisce l'elemosina, l'umiltà e il monachismo. — 48. Transizione.
25. Nel precedente articolo sull'Amministrazione abbiam considerata la ricchezza secondo l'idea che ce ne porge il sistema utilitario da un canto, e dall'altro la filosofia dell'ordine: passiamo a vedere le idee filosofiche dell'ordine nella ricchezza, perfezionate dall'influenza cattolica, ponderando prima gli universali principii dogmatici con cui si forma la giusta idea di ricchezza; poscia gli impulsi soprannaturali con cui la volontà vien confortata a seguir l'intelletto; da ultimo l'influenza che ne ridonda nell'opera e le condizioni in cui essa diviene efficace.

sabato 16 luglio 2016

L'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA - LA RICCHEZZA (I)

R.P. Luigi Taparelli D'Azeglio d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno II, vol. VII, Roma 1851 pag. 401-417.
PRELIMINARI
SOMMARIO
1. Divario fra amministrazione e governo — 2. Si ricorda il governo ammodernato — 3. e le sue conseguenze — 4. L'amministrazione si guida colla scienza — S. Checchè ne dicano gli utilitarii moderati.
1. Le persone si governano, le cose si amministrano. È questa la espressione consueta dettata dal senso comune agli animi retti, benchè non sia mancato talvolta chi abbia voluto (e secondo [il principio] utilitario non aveva il torto come vedremo) confondere e persone e cose sotto il comun vocabolo di Amministrazione. La differenza per altro è enorme: l'Amministrazione versa intorno alle sostanze irragionevoli e per[ci]ò incapaci di lor natura di resistere agl'impulsi; il governo si rivolge ad enti ragionevoli e per conseguenza liberi: l'arte di chi amministra consiste nel far muovere, l'arte di chi governa mira principalmente a far volere.

venerdì 15 luglio 2016

LA PATRIE E LA TOLLERANZA DE' CULTI[1]

R.P. Beniamino Palomba d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno XIX, serie VII, vol. III (fasc. 441, 20 Luglio 1868), Roma 1868 pag. 301-315.
L'errore della Patrie, che prendemmo a confutare in un altro quaderno, riguarda la tolleranza de' culti. Cristo medesimo, al dire di cotesto giornale, avrebbe insegnato a chiare note il grande principio della tolleranza civile, che è seguito da una gran parte de' politici di oggi. Questo principio, secondo la stessa Patrie, fu messo in pratica ne' primi e grandi secoli del cristianesimo. Ma da quel tempo in poi fu del tutto dimenticato. Dopo quei secoli la Chiesa incominciò a tenere ed a praticare, intorno a questa materia, una dottrina tutto fondata sopra vane e miserabili arguzie; ed a simili frivolezze si attiene anche la Chiesa, che al presente fiorisce sulla terra.

LA PATRIE E LA TOLLERANZA DE' CULTI

R.P. Beniamino Palomba d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno XIX, serie VII, vol. III (fasc. 439, 26 Giugno 1868), Roma 1868 pag. 52-67.
I nostri lettori ricordano facilmente, che in uno dei passati quaderni noi promettemmo di confutare un madornale errore della Patrie [1]. In questo articolo atteniamo la nostra promessa.
Lo sproposito lanciato da quel giornale è: Che il grande principio della tolleranza civile de' culti e della libertà di coscienza fu insegnato chiaramente da Cristo medesimo; e che spaziando pe' grandi secoli del cristianesimo si possono raccogliere a piene mani, in favore di quel principio, fatti e testimonii di tale autorità e di tale evidenza, che a loro rincontro le vane arguzie di una scuola al tutto recente non compariscono degne di altro, che di commiserazione [2].

UN CASO DI COSCIENZA SUGLI ERRORI CONDANNATI DALLA SANTA SEDE NEL 1864

R.P. Beniamino Palomba d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno XIX, serie VII, vol. II (fasc. 434, 7 Aprile 1868), Roma 1868 pag. 150-167.
I giornali così irreligiosi come cattolici si sono recentemente occupati, e si occupano ancora, nel parlare di un caso di coscienza, proposto al clero di Parigi e risoluto da esso, nel mese di Febbraio del corrente anno. Il qual caso, benchè per via indiretta, pur nondimeno andava principalmente a ferire nella Enciclica Quanta cura, che l'augusto Pontefice Pio IX diresse nel Dicembre del 1864 a tutt'i Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi, che hanno la grazia e la comunione della Sede Apostolica; ed anche principalmente trattava di alcuni degli errori, già condannati da Sua Santità ed inseriti in quel Sillabo, che venne fuori di suo ordine insieme colla Enciclica nominata. Di qui gli uomini, che stanno sempre pronti ad offendere la Chiesa cattolica ed a contraddire alla sua dottrina, colsero il destro di falsare il senso e diminuire il valore di quegli atti rilevantissimi della Cattedra di Roma; e per mezzo della stampa sparsero a danno altrui il veleno, che ammorba i loro cervelli e i loro petti. Ma ad uno stesso tempo corsero anche per le stampe le risposte degli scrittori cattolici, i quali confutarono que' miserabili sofismi, e misero in chiaro la verità de' fatti, narrati falsamente dai giornali irreligiosi. Un tale argomento è degno, che sia toccato ancora da noi; e ciò prendiamo a fare nel presente articolo, il quale, come l'ordine richiede, incomincia colla esposizione del caso.