lunedì 22 maggio 2017

ERRORI VECCHI NELLA «STORIA DEL CRISTIANESIMO» DEL PROF. E. BUONAIUTI (III)

La Civiltà Cattolica anno 69°, vol. II, Roma 1918 pag. 140-149.

13. Altro errore modernista del Buonaiuti: evoluzione obiettiva del dogma.

Stabilendo un paragone tra S. Pietro e S. Paolo, come già aveva fatto tra Gesù e S. Paolo, il Buonaiuti dice che: «nel discorso di Pietro, della Pentecoste... si parla di Gesù con assi minor concetto del suo valore di quello che sarà poi nella predicazione paolina» (pag. 152); e che «la dottrina di Paolo suonò ben diversa da quella di Pietro» (pag. 153). Laddove «Pietro aveva cominciato ad insegnare che Iddio aveva fatto Gesù Messia premiando così quell'Uomo giusto» (pag. 545), «l'insegnamento di Paolo sorge un poco più tardi a rivoluzionare completamente l'insegnamento di Pietro. Il messaggio Paolino fu questo: Gesù medesimo è Dio» (pag. 546). E più oltre: «Paolo predicò Cristo Dio, Redentore dell'umanità e del mondo, per la sua morte di croce, sulla quale trionfò con la gloriosa risurrezione sconfiggendo definitivamente il male. Nella dottrina dell'Apostolo sono dunque contemperati e fusi insieme, attorno alla figura storica di Gesù, due diversi ordini di elementi mistici: gli elementi giudaici delle aspettative messianiche, ed elementi tratti dalle religioni dei misteri» (pag. 549).

domenica 21 maggio 2017

Il sito Progetto Barruel cambia indirizzo


Il C.S.A.B. comunica che il sito Progetto Barruel, per motivi indipendenti dalla propria volontà, ha cambiato indirizzo. Il nuovo indirizzo è il seguente:


 http://progettobarruel.hostfree.pw/

martedì 16 maggio 2017

ERRORI VECCHI NELLA «STORIA DEI, CRISTIANESIMO» DEL PROF. E. BUONAIUTI (II)[*]

La Civiltà Cattolica anno 69°, vol. II, Roma 1918 pag. 48-58.

8. Il pensiero religioso di S. Paolo del tutto alieno dalla misteriosofia.

Non è guari difficile scoprire negli Scritti dell'Apostolo quali fossero state le fonti della sua concezione religiosa. Abbiamo, nella letteratura canonica del nuovo Testamento, tre frammenti autobiografici di S. Paolo, della cui autenticità sostanziale nessuno ha mosso mai il minimo dubbio. In essi ci è dato vedere la psicologia religiosa dell'Apostolo dalla sua prima età sino quasi al termine della sua vita, verso l'anno 63.

venerdì 12 maggio 2017

CONCETTO CATTOLICO DEL DIRITTO (II).

R.P. Luigi Taparelli D'Azeglio d.C.d.G.

Da: Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna, parte I., principii teorici, Roma 1851 pag. 16-31.
PARTE I.
PRINCIPII TEORICI DEI GOVERNI AMMODERNATI
CAPO I — IL PRINCIPIO ETERODOSSO È ABOLIZIONE DEL DIRITTO E DELL'UNITÀ SOCIALE. (§. I n° 21-40)
21. Abbiam dunque finalmente analizzata interamente l'idea fondamentale del d[i]ritto. Ogni d[i]ritto è una forza morale, che un uomo esercita sull'altro, manifestandogli una qualche verità; questa verità debb'esser pratica, vale a dire debb'esser tale, che spinga ad operare; de[v]e spingere in modo irresistibile chi non voglia negare la ragione: il principio irresistibile dell'operare è la natura, principio di movimento impresso in ciascun essere dalla Virtù creatrice: ordinate sono le azioni quando mirano allo scopo di natura ossia del Creatore di essa: quest'ordine ci conduce naturalmente a felicità: per lo che colui che manifestandomi l'ordine mi rivela un dovere, lungi dal gravarmi ostilmente, mi offre la mia felicità, il mio vero bene.

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sabato 10 dicembre 2016

L'apostolato Cattolico (I)

R. P. Giovanni Perrone d. C. d. G.

Prefetto Degli Studii Nel Collegio Romano
Da: L'Apostolato cattolico e il proselitismo protestante ossia L'opera di Dio e l'opera dell'uomo, parte I, L'apostolato Cattolico, Genova 1862 pag. 5-33
Il bel nome di Apostolo fu consacrato dalle labbra medesime del divino Redentore, quando, come narrasi da san Luca, dopo aver passata la notte sul monte orando, fattosi dì, chiamò i suoi discepoli e dodici ne trascelse, cui diede il nome di Apostoli; Factum est autem in illis diebus, exiit in montem orare et erat pernoctans in oratione Dei, et cum dies factus esset, vocavit discipulos suos, et elegit duodecim ex ipsis, quos et Apostolos nominavit [1]. Così quel nome, che secondo la sua naturale significazione dinota un messo o legato spedito ad annunziare ed a trattare a voce autorevolmente qualche grande affare, nella bocca di Cristo fu consecrato qual nome di dignità e di officio divino, ond'Egli distinse i primi banditori dell'Evangelio, ch'Egli stesso mandò a predicare per tutto il mondo. Con tal nome Egli raccomandò ai popoli questi suoi eletti discepoli; siccome quelli che non si assumevano da sè stessi l'officio di predicare, nè insegnavano le proprie dottrine, nè cercavano la loro gloria, ma erano mandati dal divin Redentore siccome nunzi dei suo Vangelo per la gloria di Dio e per la salute delle anime.

martedì 6 dicembre 2016

I Gesuiti. Favole e leggende.

La Civiltà Cattolica

anno 59°, vol. II (fasc. 1392, 12 giugno 1908), Roma 1908 pag. 721-726.
È frequente nella storia il formarsi attorno a persone, a istituzioni, o anche a semplici avvenimenti, una nube di leggende così fitta, che dia le traveggole anche ad uomini chiaroveggenti e assai bene intenzionati. Ma la nube diviene addirittura fosca tenebria, quando all'errore della immaginazione si aggiunga l'argomento della mente, il malvolere e la potenza, con l'arte e la calunnia del tristi.

martedì 22 novembre 2016

LA MORALE DEI GESUITI IN TRIBUNALE

La Civiltà Cattolica

anno 79°, vol. II (quad. 1868, 14 aprile 1928), Roma 1928 pag. 122-134.
«Il fine giustifica i mezzi?» È lecito a chi si propone un nobile intento, far uso di mezzi essenzialmente malvagi per raggiungerlo?, e in tal caso si può ammettere che i mezzi malvagi adoperati, vengano purificati, santificati dal fine al quale sono diretti?

mercoledì 16 novembre 2016

IL PROCESSO HOENSBROECH-DASBACH DI COLONIA

La Civiltà Cattolica

anno 56°, vol. IV (fasc. 1327, 26 settembre 1905), Roma 1905 pag. 3-19.
SOMMARIO: I. I gesuiti non hanno nè possono avere altre dottrine che quelle della Chiesa. — II. Vertenza Hoenshroech-Dasbach e processo di Colonia circa la famosa massima: «Il fine giustifica i mezzi». — III. Esposizione dei motivi per la sentenza di assoluzione. — IV. Testimonianze non sospette sul valore della causa e della sentenza. — V. Riflessione i conclusione.

I.

«Quando si vorrà fare il processo alle dottrine dei gesuiti, si dovrà pur farlo a quelle della Chiesa cattolica.» Queste parole, rivolte da Enrico IV di Francia, or son già più di tre secoli, alla deputazione del parlamento parigino, contengono una verità storica evidentemente dimostrata.

giovedì 10 novembre 2016

LA REGOLA FILOSOFICA DI SUA SANTITÀ LEONE P. P. XIII. PROPOSTA NELLA ENCICLICA AETERNI PATRIS (V) [1]

R.P. Giovanni Cornoldi d.C.d.G.

La Civiltà Cattolica anno XXX, serie X, vol. XII (fasc. 707, 25 novembre 1879), Firenze 1879 pag. 529-547.

IV.

Seguita dei conseguenti

L'esecuzione della Regola Filosofica

Il Santo Padre Leone XIII comunicò a tutti i Vescovi della Chiesa l'idea dell'insegnamento filosofico cristiano. Ciò fu necessario; ma non è tutto. Per certo fu gran cosa che Michelangelo abbia concepita l'idea della statua del Mosè, nè questa avrebbe avuto l'essere senza l'esemplare ideale; ma ciò che sopra tutto importava era l'attuazione nel marmo dell'idea stessa. La società non può essere guarita colle sole idee dei rimedii acconci a ridonarle la sanità; sì dalla applicazione dei rimedii. Per la quale cosa il medesimo Santo Padre eccitò i Vescovi e, per essi, tutti quelli che sono sotto la loro giurisdizione, a porre i mezzi opportuni per incarnare nel fatto l'ideato filosofico insegnamento. Quindi essi certamente con ogni studio, costanza, lealtà, franchezza e fortezza si adopreranno a tale scopo. Dicevamo studio, perchè dalle cose discorse ben si vede che non è cosa leggiera ordinare l'insegnamento della cristiana filosofia, ma grave ed intricata: costanza, perchè, qualora que' che debbono invigilare chiudano o torcano l'occhio, naturalmente l'insegnamento si guasterà; lealtà, perchè questi non debbono aggiustare l'idea del Papa alla propria, alterandola e mutandola, ma viceversa la propria a quella del Papa: franchezza, perchè se per ciò fare fosse necessario opporsi ad una tal quale pubblica opinione, comechè falsa, l'umano riguardo, anche in persone altolocate e per dignità eccellenti, si risente: finalmente fortezza, mercecchè avvisiamo che assai spesso si richiederà più forza per togliere i moderni pregiudizii in fatto di scienza e per usare tutti que' mezzi che sono necessarii ad eseguire la Regola Filosofica, di quello che sia a compiere imprese che paiono grandi e di difficile riuscimento nell'ordine fisico o materiale.